Il Gatto Norvegese delle
foreste fa parte a pieno titolo della cultura e delle tradizioni
dei popoli nordici. Lo troviamo perfino in letteratura: lo
"Skogcatt" è un micio magico protagonista
di una raccolta di fiabe popolari che vengono lette nelle scuole e che
sono considerate patrimonio letterario nazionale. Ma questa simbiosi
fra il popolo scandinavo ed il "loro" gatto ha radici profonde
risalenti ai tempi dei vichinghi che li utilizzavano sulle loro navi
a difesa delle stive dai topi. Evidentemente, già
in quei primi contatti fra uomo e felino, quest' ultimo
aveva saputo ottenere l' ammirazione ed il rispetto di
quei guerrieri a tal punto da assumere, ai loro occhi, connotati sacri
(ed il tema sacro nel storia del gatto ricorre in molte civilta' e per
molte razze: fra tutte il Sacro
Birmano). La mitologia scandinava racconta di come la
Dea della fertilità, |
Freja, solcasse il cielo su di
un carro trainato da gatti argentati con lunghe code
svolazzanti. Così, fra miti e leggende, il Gatto Norvegese
è entrato nella cultura nordica. Il primo a darne una trattazione
scritta e quindi, un datazione storica certa fu un sacerdote naturalista
nel 1599, Clauson Friis. Il naturalista definì
il ns. amico come simile alla lince con ciuffetti
di pelo sulla punta delle orecchie, lungo pelo sul dorso ed al collo,
amante dell'acqua e cacciatore di pesci. Da allora non possiamo dire
quanto il Gatto Norvegese sia cambiato ma possiamo affermare con certezza
che ogni suo aspetto morfologico è il risultato
dell' adattamento a condizioni climatiche difficili
tipiche delle regioni del nord Europa. Il mantello
è costituito da un pelo grasso ed impermeabile
che serve a proteggere il micio dalla neve e dalla pioggia, mentre
il sottopelo risulta lanoso in modo da trattenere
meglio il calore corporeo. Perfino la cute è spessa proprio
per avere un maggiore protezione dalle temperature rigide. Interessante
è l'accorgimento imposto dall'evoluzione per evitare che il
ventre del felino venga a contatto con il terreno gelido: le zampe
posteriori sono più alte di quelle anteriori. Per potersi
muovere sulla neve il Gatto Norvegese ha sviluppato una leggera
palmatura su dei piedi larghi e dotati di lunghi ciuffi fuori
uscenti dalle dita sempre a protezione dal freddo. Ma muoversi su
un terreno innevato è non solo difficile ma anche faticoso:
per questo il ns amico è dotato di una muscolatura
forte ed agile che gli consente di salire e di scendere,
a testa in giù, rapidamente dagli alberi. Le orecchie
sono alte sulla testa e larghe alla base caratterizzate da piccoli
ciuffi mentre gli occhi sono grandi e ben distanziati, anche se leggermente
obliqui. La coda è lunga e folta. Il pelo
è presente ovunque sul corpo del micio ed è per questo
che nelle mostre feline la qualità della pelliccia
risulta l'elemento determinate nei giudizi, ponendo
in secondo piano l'aspetto geometrico della fisionomia del gatto.
Cacciare in condizioni climatiche difficile fra neve, boschi, ghiaccio
in un ambiente continuamente mutevole non è certo facile: ci
vuole una grande capacità di adattamento ed intelligenza.
Tutte caratteristiche che il Gatto Norvegese ha sviluppato e trasportato
nella vita domestica di oggi: non stupitevi di trovare porte e frigoriferi
aperti e non prendetevela con quel distratto di vostro marito,
se in casa avete uno dei ns. amici può essere stato lui. Pur
essendo forte fisicamente ha un buon carattere sfoga
il suo istinto di caccia inventando giochi fatti di agguati e di poderosi
balzi ma non nuoce a nessuno. E' un gatto allegro, gran giocherellone
e di compagnia rendendo la casa allegra e vivace. Ha però
una forte personalità che non deve essere
prevaricata. |